SCHIAPARELLI -HAUTE COUTURE PRIMAVERA-ESTATE 2021

SCHIAPARELLI -HAUTE COUTURE PRIMAVERA-ESTATE 2021

Ecco cosa evoca nell’immaginario popolare la parola “couture”: ricami delicati, fragili come pizzi; gonne fatte da cantieri di seta; si veste inoffensivamente grazioso come qualcosa di una fiaba, una visione immutata dall’apice della moda negli anni ’50. Ma chi dice che questo sia ciò che deve essere la couture? In questa mia terza collezione per Schiaparelli, ho voluto sfidare l’idea di cosa sia, e debba essere, la couture realizzando abiti che rispettino la tradizione non solo di questa Maison, ma anche l’arte che c’è dietro, esplodendo allo stesso tempo cliché associati al genere. Voglio creare una casa di moda alternativa: qui, la fantasia non è abiti da principessa o abiti educati; qui, la fantasia è dentro. Questi sono vestiti che ti rendono consapevole del fatto del tuo corpo, che ti fanno pensare a come ti muovi nel mondo. Elsa Schiaparelli realizzò anche abiti che tormentavano il corpo, ma le sue intenzioni non furono mai macabre; invece, ha incoraggiato un’esplorazione infantile e non nevrotica della forma umana. Le sue vesti erano mezzi per celebrare la gioia del pavone, la gioia di mettersi in mostra. Abbiamo iniziato scartando le solite silhouette della couture. Volevo prendere pezzi che non “si suppone” vengano mostrati in questo contesto: i pantaloni, per esempio; un bomber e invita le persone a vederli di nuovo. Anche le tecniche sono inaspettate: un paio di pantaloni di pelle blouson ha un elastico in vita; un paio di jeans in denim è reinventato in duchesse di seta stone washed e impreziosito da lucchetti dorati pendenti. I tessuti sono altrettanto fantasiosi e dirompenti: insieme a faille di seta sovratinto, pelle modellata e taffetà fresco e asciutto, c’è anche velluto di seta accoppiato a neoprene e un abito a colonna drappeggiato in sinuoso jersey di seta. Eppure, per quanto tutto ciò possa sembrare irriverente, in realtà segue l’eredità della casa e del suo fondatore. Elsa era una grande tecnica: amava il tessuto e amava soprattutto le innovazioni tecniche. È stata la prima stilista a utilizzare tessuti sintetici; è stata la prima a incorporare cerniere di plastica nel suo lavoro. La sua ambizione era quella di sperimentare, di essere disobbediente, in tutte le cose: fabbricazione, forma, colore, iconografia. A tal fine, abbiamo fatto riferimento a molti dei codici e degli sguardi che ha inventato, sia direttamente che indirettamente. La nostra mantella di lana intrecciata, impreziosita da migliaia di perline dorate, richiama il suo velo con cappuccio del 1938 ricamato per sembrare dei capelli. Vedrai anche il suo caratteristico lucchetto, reimmaginato qui come una minaudière dal guscio duro; il suo metro, gonfiato in uno strascico di seta esagerato e abbellito. Una cosa che un atelier di moda può fare in modo univoco sono gli abbellimenti, e questi pezzi sono esempi abbaglianti dell’arte del ricamo e delle perline. Ho sempre ammirato il modo in cui Elsa ricamava i pezzi: in un’epoca in cui il ricamo aveva una qualità sussurrata, quasi recessiva, i suoi erano barbari e impenitenti. Ho cercato di portare lo stesso spirito in questa collezione; qui, il ricamo ha una sensazione quasi grezza: è trattato come una decorazione, quasi come un gioiello – la mano dell’artigiano che lo ha realizzato è inconfutabile. È un complemento adatto alle silhouette stesse, che hanno lo stesso tipo di audacia. La parola “magia” è spesso usata quando si parla di couture. Ed è magico. Ma dietro la magia c’è una mano umana e una dedizione umana.

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