Tranoï Paris SS16: il futuro si veste a Parigi

Tranoï Paris SS16: il futuro si veste a Parigi

Tranoï Parigi SS26 accende i riflettori sui nuovi protagonisti del fashion system, trasformando il salone in una passerella d’energia creativa. Tra sperimentazione e savoir-faire, i designer emergenti riscrivono le regole dello stile con visioni audaci, sostenibili e radicalmente contemporanee.
All’interno del progetto CANEX x Tranoï SS26, (Creative Africa Nexus) un programma promosso che sostiene l’industria creativa africana, la creatività africana conquista Parigi con una nuova generazione di designer visionari. Tra i protagonisti: BOYEDOE, Late For Work, We Are NBO e WUMAN, portavoce di un’estetica radicata, audace e profondamente contemporanea.

Pochi brand emergenti riescono a definire una voce autentica come Late For Work, il progetto sartoriale di Youssef Drissi, giovane designer marocchino che sta ridefinendo le regole del “look da lavoro” attraverso una lente di ribellione concettuale.
Late for work, fondato dallo stesso Drissi, già insignito del titolo di Best Young Designer in Africa al FIMA nel 2018, porta avanti una ricerca stilistica che è tanto politica quanto poetica: il contrasto tra formalità e libertà espressiva diventa la matrice estetica e concettuale attorno a cui si costruisce ogni collezione.

La sua collezione parla il linguaggio della decostruzione e della contraddizione. Giacche oversize con spalle collassate, pantaloni dalle linee instabili, tessuti accostati in modo volutamente irregolare: ogni capo sembra sfuggire alle regole del taglio classico, ma senza mai perdere una certa tensione formale. Il risultato è un guardaroba che invita all’insubordinazione con eleganza.

Le collezioni nascono da deadstock, tessuti di recupero che vengono reinterpretati con lavorazioni artigianali, valorizzando l’errore, l’imperfezione come elementi centrali del design.
Una scelta non solo estetica, ma anche politica: in un sistema moda che corre veloce verso l’omologazione, Drissi sceglie di rallentare, recuperare, ridefinire.
Le silhouette sono destrutturate e le proporzioni non convenzionali. Late For Work non è per chi vuole passare inosservato. È un invito a presentarsi in ritardo, ma con intenzione, a scardinare le gerarchie.

Brand emergente Connade che coniuga estetica, profondità culturale e precisione sartoriale, fondato nel 2019 dalla designer sudafricana Shelley Mokoena. Il nome stesso, acronimo di Contemporary Narrated Designs, rivela una visione chiara e poetica: creare capi che siano narrazioni visive del presente, intrecciando memorie personali, riferimenti alla natura, radici culturali africane e una raffinata sensibilità formale.
Lontano dalle logiche dell’eccesso, Connade propone un minimalismo scolpito, dove ogni capo si muove tra essenzialità e potenza espressiva. Le silhoutte architettoniche, modellate con tagli precisi e volumi calibrati, avvolgono il corpo con equilibrio.
Il cuore creativo del brand risiede nella sottrazione: un gesto quasi meditativo, in cui la semplicità non è mai mancanza ma pienezza, un gesto consapevole. Connade è moda che racconta, senza bisogno di parole.

BOYEDOE emerge come un marchio che ridefinisce i confini tra heritage culturale, sostenibilità e ricerca stilistica contemporanea. Fondato nel 2020 da David Kusi Boye‑Doe, il brand ghanese si distingue per il desiderio di “riportare l’Africa nel mondo”, non tramite stereotipi, ma grazie a una moda consapevole che decostruisce per ricostruire significati.

L’ispirazione del marchio nasce dal mito dello Sankofa, uccello leggendario che guarda al passato pur procedendo verso il futuro: un simbolo che incarna la volontà di imparare dalla storia africana per costruire qualcosa di autentico oggi.
La partecipazione al salone Tranoï tramite il programma CANEX ha offerto a BOYEDOE una vetrina internazionale significativa.
BOYEDOE ha portato con sé la sua firma: abiti costruiti attorno a temi di decostruzione e ricostruzione, proporzioni audaci, tagli che rivelano cuciture e bordi grezzi, lavorazioni che mettono in risalto texture e materiali originari ma reinterpretati. Ogni pezzo trasuda rispetto per il passato, ma con un sguardo deciso verso il presente.
Tra i sui capi chiave troviamo la giacca patchwork, pannelli di denim in gradazioni diverse si alternano per creare contrasto cromatico e materico. La silhouette è oversize e lineare, con spalle abbastanza squadrate, bottoni centrali e collo classico, che conferiscono una presenza forte pur mantenendo una certa semplicità strutturale. È un capo che fa della stratificazione e dell’imperfezione il suo punto di forza.

BOYEDOE è stato selezionato come semi‑finalista per il LVMH Prize 2025, riconoscimento prestigioso che sottolinea il valore creativo e l’impatto crescente del brand. Questo brand é una dichiarazione di eccellenza africana che sfida le narrazioni convenzionali, richiede attenzione e rispetto. A Tranoï SS26, ha confermato di avere non solo stile, ma anche sostanza, una moda che guarda al futuro senza dimenticare da dove viene.

In un’edizione come Tranoï SS26, diventa chiaro che il mondo della moda non può più trascurare il rispetto per l’ambiente: upcycling, deadstock e pratiche circolari non sono più meri trend, ma necessità strutturali. I brand emergenti dimostrano con creatività che recuperare, rigenerare e ridare vita a materiali “dimenticati” non solo riduce l’impatto ambientale, ma offre anche nuove possibilità estetiche, narrative e di differenziazione. Chi disattende queste sfide rischia di restare fuori dalla conversazione, mentre chi le abbraccia ha la chance reale di costruire un futuro della moda più etico, bello e sostenibile.

Ilaria Foffi

A to zee fashion

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